Dirette evoluzioni dei già noti modelli “Cvt”, le nuove serie “Impuls Cvt” e “Absolut Cvt” di Steyr si propongono attraverso sette modelli complessivi che fanno capo a due diverse famiglie di prodotto, ognuna delle quali indirizzata verso specifiche esigenze applicative.
Marchio di prestigiose origini, Steyr occupa oggi una nicchia del mercato italiano, concentrando le circa 60 macchine annualmente immatricolate principalmente nel Nord Italia, laddove le tradizioni di un brand d’elite, soprattutto dal punto di vista tecnologico, hanno ancora un forte valore nell’immaginario collettivo.
Entrata nell’orbita del gruppo Cnh Industrial insieme a Case Ih, l’Azienda austrica condivide proprio con quest’ultima alcune piattaforme di prodotto sviluppate nello stabilimento di St. Valentin, la più recente delle quali ha dato vita alle nuove serie “Impuls Cvt” e “Absolut Cvt”, sette modelli complessivi che si propongono quale diretta evoluzione delle già nota serie “Cvt”. Rispetto a quest’ultima però i tecnici del Marchio austriaco hanno oggi suddiviso l’offerta sulla base di due distinte serie, ognuna delle quali indirizzata verso specifiche esigenze applicative in funzioni delle rispettive caratteristiche tecniche.
Gli “Impuls Cvt” guardano infatti principalmente alle attività di fienagione e alle lavorazioni superficiali del terreno tipiche delle aziende a vocazione mista grazie alle doti di agilità e versatilità indotte da un passo pari a due mila 734 millimetri e da una massa complessiva che stalla a sei mila 480 chili. I più strutturati “Absolut Cvt” si orientano invece alle esigenze applicative delle aziende agricole di maggiori dimensioni e alle organizzazioni operanti in conto terzi in funzione di un passo di due mila 884 millimetri e di un peso pari a sei mila 950 chili, due parametri che di fatto focalizzano il loro profilo operativo verso le lavorazioni pesanti in campo aperto e al trasporto su strada.
Macchine specificamente targettizzate a livello applicativo quindi, fermo restando il fatto che gli “Impuls Cvt” e gli “Absolut Cvt” sono comunque in grado di disimpegnarsi con successo anche in attività contigue ai loro principali focus operativi in virtù di una polivalenza applicativa indotta dalla presenza su entrambe le serie della trasmissione a variazione continua “S-Control Cvt”, operante sulla base di un sistema misto idrostatico/meccanico. La parte idrostatica prevede in effetti l’interazione controllata fra una pompa a portata variabile e un motore idraulico, mentre la parte meccanica è costituita da un cambio a quattro stadi e a doppia frizione con passaggio di marcia automatico.
Così strutturata la trasmissione permette di operare in quattro diversi range di velocità, ovviamente scelti in modo da far coincidere le relative velocità con quelle di uso più frequente, fruendo per la propulsione della sola parte meccanica e quindi con una resa energetica del tutto analoga a quella proposta dai trattori con cambio powershift tradizionale. Ciò consente quindi alle macchine di lavorare sempre al massimo della propria efficienza indipendentemente dall’attività svolta, capacità indotta anche dalla presenza sotto cofanature che inaugurano una nuova impronta stilistica, più moderna e aggressiva, di motorizzazioni Fpt Industrial a sei cilindri da sei litri e 700 centimetri cubi.
Unità che mettono a disposizione range di potenze massime che spaziano tra i 165 e i 180 cavalli per quanto riguarda la serie “Impuls Cvt” e tra i 200 e i 260 cavalli per i modelli “Absolut Cvt”. Tutte le tarature vedono peraltro crescere i propri valori anche del 25 per cento grazie al sistema “Power Management” che mette a disposizione un surplus di potenza quando le macchine sono impegnate alla presa di forza o trainano su strada. Alimentati per via elettronica mediante sistemi common rail operanti ad alta pressione e sovralimentati con impianti di tipo turbo-intercooler che agiscono su distribuzioni a quattro valvole per cilindro, i motori sono emissionati stage V mediante l’esclusiva tecnologia Fpt Industrial “Hi-eScr2” che delega a un catalizzatore doc e a un sistema di post trattamento dei gas di scarico mediante iniezioni di urea il compito di abbattere gli inquinanti, eliminando quindi la necessità di ricorrere a quegli impianti egr e a quei filtri anti particolato che inciderebbero negativamente sul rendimento dell’intero gruppo di motopropulsione.
Alla produttività e quindi alla movimentazione delle attrezzature è invece preposto un impianto idraulico a portata variabile, con compensazione di pressione e flusso, da 147 o 154 litri al minuto, rispettivamente per i modelli “Impuls Cvt” e per le versioni “Absolut Cvt”, destinati ad alimentare fino a cinque distributori ausiliari, una presa di forza a quattro velocità di lavoro, 540 e mille giri in versione standard ed eco, e un sollevatore posteriore da otto mila 257 chili o dieci mila e 463 chili di capacità massima, con quest’ultima portata in esclusivo appannaggio dei più strutturati “Absolut Cvt”.
Nessun problema a brandeggiare attrezzature impegnative o a operare attraverso cantieri in combinata quindi, grazie anche alla possibilità di gestire i gruppi di lavoro attraverso un bracciolo multifunzione installato all’interno di cabine a quattro montanti che oltre ad assicurare la massima visibilità a 360 gradi propongono di serie sedili di guida sospesi per via pneumatica, impianti di climatizzazione integrali, dispositivi vivavoce bluetooth e tettucci trasparenti destinati ad agevolare l’impiego di un eventuale caricatore frontale.
Due frizioni e quattro marce
La trasmissione a variazione continua “S-Control Cvt” si basa sull’utilizzo di una doppia frizione meccanica affiancata a un’unità di tipo idrostatico. Il gruppo, pilotato per via elettronica, gestisce i quattro campi di velocità sui quali opera il cambio cvt per via meccanica, agendo tramite sincronizzatori che fluidificano i passaggi di marcia rendendoli inavvertibili dall’operatore. Il trasferimento del moto dalla gamma utilizzata a quella successiva avviene infatti in un transitorio dell’ordine di pochi centesimi di secondo e senza caduta della coppia motrice grazie al lavoro sincronizzato delle due frizioni, una delle quali chiude mentre l’altra apre. Al sistema meccanico si affianca poi il gruppo idraulico, strutturato sulla base di una coppia di motori e di pompe interfacciati con i gruppi meccanici in modo da garantire quell’infinito numero di rapporti che caratterizza le trasmissioni a variazione continua.